martedì 15 marzo 2022

PENSARE FA MALE

 Eccomi di nuovo a voi, mi scuso per il troppo tempo passato senza scrivere, ho avuto un po' di impegni in giardino e mi ha preso giornate intere, cercherò di pubblicare più spesso promesso.

Per una vita positiva, bisogna cominciare a conoscere le parti che possiamo cambiare, fare un cammino insieme e goderci la bellezza della vita. 

Oggi voglio parlarvi del pensiero, e di come influisce sul nostro umore.

Ci sono pensieri benefici, e pensieri malefici; i pensieri benefici sono quelli che ci fanno stare bene, ci emozionano positivamente, quelli malefici sono quei pensieri che ci angosciano, ci stressano, non ci fanno riposare bene la notte, insomma quelli che ci procurano sofferenza.

Ma che cos'è la sofferenza? 

Fisiologicamente, è uno stato di contrazione muscolare provocato da tensione elettrica comunicata dalle cellule nervose nel cervello, alle cellule muscolari. La tensione elettrica viene attivata dal nostro sistema di allarme naturale che va in funzione ogni volta che avverte un pericolo. E chi fa scattare questo allarme? Il nostro cervello, lui che decide se siamo in pericolo oppure no. E così il nostro pensiero inventa un'infinità di pericoli (dove poi in realtà non ci sono), e noi entriamo nel panico, ci agitiamo, ci stressiamo. Ci sono pensieri del mondo che ci circonda come, per esempio, quando crediamo che un collega di lavoro ci voglia far passare per dei fannulloni, o l' amica che ci sta usando, oppure che la moglie o il marito ci stia tradendo; poi ci sono i pensieri della nostra persona come, per esempio, sono troppo grassa, ho la faccia brutta, i vestiti non me li vedo bene, nessuno mi vuole bene, sono sfortunato/a, rimarrò per sempre sola, e così via.

Questi pensieri sono le cause principali della sofferenza, e quando non puoi scaricare la tensione accumulata con l'azione reale, lo si fa con l'azione pensata (e rimuginiamo per giorni accumulando rabbia, dispiacere, emozioni negative insomma). Il pensiero, quindi, diventa la sostituzione dell'azione.

Materialmente, nel cervello viene sostituita la produzione di neurotrasmettitori adrenalinici, con la produzione di neurotrasmettitori noradrenalinici per riportare l'equilibrio fisiologico. Anche nei sogni si scarica tensione quando è troppo eccessiva (pensiamo agli incubi che spesso facciamo).

Quindi, ricapitolando, il pensiero che con l'azione risolve un problema, è un pensiero benefico; il pensiero che non da luogo all'azione e crea una continua tensione elettrica, è un pensiero malefico cioè porta sofferenza e quindi un processo di autolesionismo.

Se un problema è inventato dal nostro pensiero è un problema immaginario, diverso dalla realtà e magari, come spesso succede, non è neanche così tanto grave come appunto lo immaginavamo.

Ma se invece il problema reale è grave? Con la tensione alta che il pensiero non riesce ad abbassare, avviene il processo di rimozione cioè la tensione si abbassa entro certi limiti e il pensiero genera un problema immaginario più leggero diciamo da quello reale rimosso. Il pensiero di problemi immaginari diventa il più malefico e quindi porta a manifestazioni nevrotiche. 

I nostri pensieri, specie quelli che contengono preoccupazioni o paure, tendono a ritornare fino a diventare vere ossessioni come appunto dice la legge d'inerzia che se non si interviene a modificare un fenomeno tende a ripetersi all'infinito.

E sapete il bello del pensiero qual'è? Che si riproduce indipendentemente dalla nostra volontà, è automatico.

A questo punto, riassumo dicendo che il mondo della realtà è reale mentre quello della mente è non reale. Per vedere la realtà com'è bisogna smettere di pensare e concentrarci solo sul presente sull'azione che stiamo facendo ora, fermarci ad osservare il qui ed ora, niente di più.

La prossima volta continuerò con questo discorso che è la base per vivere meglio, vi indicherò la soluzione per non pensare e stare più sereni.


 


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